Maurizio Piazza
Merate (LC)


postheadericon L'impatto (anche sugli Enti Locali) del Piano triennale per l'informatica nella Pubblica amministrazione 2017-2019

 

2.3 UN NUOVO MODO DI CONCEPIRE I SISTEMI APPLICATIVI

Partendo dal capitolo 5 del Piano "Modello di interoperabilità" e dalla sua correlazione con altri componenti del modello strategico (in particolare i capitoli dedicati alle "Infrastrutture immateriali" e agli "Strumenti per la generazione e la diffusione di servizi digitali") si delinea una nuova visione degli strumenti o dei servizi applicativi per la costituzione del sistema informativo della Pubblica Amministrazione. Partiamo da alcuni passaggi chiave.

Parlando di interoperabilità si dice "Il nuovo Modello, secondo quanto previsto dalle recenti modifiche del CAD con l'abrogazione dell'articolo 58, permette di superare la necessità di convenzioni per lo scambio di informazioni punto a punto". E più avanti "Il Modello di interoperabilità definisce le linee guida che tutte le Pubbliche amministrazioni dovranno adottare al fine di garantire l'interoperabilità dei propri sistemi con quelli di altri soggetti e l'implementazione complessiva del Sistema informativo della PA".

La lettura degli obiettivi strategici è particolarmente illuminante: "Creare le condizioni tecnologiche che favoriscano lo sviluppo, da parte di amministrazioni e imprese, di soluzioni applicative innovative orientate al cittadino, alle imprese e alla Pubblica amministrazione, e che abilitino l'utilizzo dei servizi descritti nel capitolo 4 "Infrastrutture Immateriali" [quindi i dati della PA e le piattaforme abilitanti, ndr]. E ancora "Privilegiare standard tecnologici che soddisfino l'esigenza di assicurare le interazioni tra le Pubbliche amministrazioni e di queste con i cittadini e le imprese". Cui si aggiungono indicazioni come: "Semplificare le procedure di scambio di servizi tra le Pubbliche amministrazioni …", "… promuovere la qualità dei servizi esposti dalla PA", "Armonizzare le scelte architetturali della Pubblica amministrazione …".

Solo belle parole? Speriamo di no, anche perché ciò che presagisce il Piano attinge a piene mani da tecnologiche disponibili e già in uso nel "mercato" e sulla rete … e non da oggi o da ieri. Infatti, molte di queste "tecnologie innovative" sono state teorizzate e concepite nel secolo scorso (in alcuni casi si risale agli anni '70) quindi non si può dire che non siano sufficientemente "mature" per essere adottate anche nella Pubblica Amministrazione. Ciò che viene richiesto è innanzitutto un cambio di mentalità nella progettazione dei sistemi e nell'apertura alla cooperazione applicativa, anche fra sistemi e soluzioni di imprese fra loro concorrenti.

Certo, i fornitori di soluzioni informatiche per la PA (e qui penso soprattutto agli Enti Locali ed in particolare alle realtà medio piccole) devono fare un salto, rinnovare e non solo adeguare/adattare la loro offerta, con soluzioni applicative che guardano a questo nuovo modello di sistema informativo. Qualche investimento da parte delle imprese sarà necessario, un investimento che se attuato avrà benefici effetti di sistema.